SMONTIAMOCI LA TESTA

da | Ago 5, 2023 | Agosto 2023

C’è gente che sa che fra qualche giorno andrò a fare il Cammino di Santiago.

Tra loro c’è chi mi ha già detto “Oh, figo! Anche io! Solo che io faccio quello portoghese… vabbè ma ci becchiamo!”

“Sicuro!”, perché lo ero davvero. Salvo poi virare con destrezza verso una molto più estrema Torino d’estate, perché ci si può anche fermare ogni tanto, perché non sento “la chiamata”, anche se mi sarei molto volentieri rasato i capelli.

Sì, perché se il Cammino per me sarebbe stata, nella mia testa, ancor prima che nella realtà, la cosiddetta “esperienza spirituale”, ecco allora che avrei volentierissimo fatto a meno del mio ego, anche solo simbolicamente, lasciando sul pavimento di casa quanto più possibile dei miei capelli.

Il tema del capello tosato

A novembre 2022 vivevo a Roma, precisamente tra il Pigneto e la Tuscolana. Vivevo su un divano, nel salotto di casa di Peppa e le sue coinquiline.

Durante quei tre mesi ebbi la fortuna di conoscere un sacco di cose: dalle puntarelle alla lacrima sul pecorino, dal volo degli storni alla sacrilega differenza tra anvedi e sticazzi.

E ci fu la sera poi, che conobbi Otti, Ottilia: una ragazza di qualche altra zona d’Italia che affittava a San Lorenzo, il quartiere più bischero che faceva da chioccia al mitico Bar Celestino, uno dei miei monumenti preferiti della capitale.

Otti, amica di Peppa, ogni tanto ci passava a trovare, così da ridare al salotto, allora camera mia, le sue vesti originarie di luogo d’incontro e di convivialità.

“Io mi voglio rasare!”, aveva detto, o forse neanche si riferiva a lei. Non ricordo. Ma il concetto rimaneva quello di aver servito sul tavolo il tema del capello tosato.

A me piacciono un sacco le ragazze rasate., avrei pensato io, senza dirlo, sostituendo quell’ospite della mia mente con un’altra frase molto meno esposta (suvvia Jacopo, garbo e decoro, contegno e regalità, sia mai che… sia mai): “secondo me ci vuole molto coraggio.”

Intanto io e Otti avevamo lasciato casa, diretti verso il cuore del Pigneto, magari al Fanfulla, o magari no, in fondo chi è che veramente sa dove sta andando?

Il tema della testa e della sua rasatura era tornato, come i cattivi dei film, che li crediamo sconfitti ma puntualmente nel 2 dello stesso titolo si ripresentano con armi sgargianti e magari un esercito di figli pronti ad immolarsi per loro. Ma prima la battuta: “allora ci stai provando con tutte le amiche di Peppa?”, aveva sferrato l’attacco Otti.

Panico. Sudorazione folle. Poco tempo per rispondere. Risata – “Ma figurati!” – altra risata. Campione indiscusso di testa sotto la sabbia! Struzzi venite a me!

Silenzio.

Cazzo non dice nulla!, il pensiero che rincorre l’approvazione: “e quindi ti vorresti rasare?”, sei un genio.
“Sì. Vorrei liberarmi un po’ di questi capelli e di tutto ciò che si portano dietro.”
“Cioè?”
“Eh sai, alla fine tutti ci identifichiamo un po’ anche con e attraverso i nostri capelli. Ci spendiamo soldi, tempo, abbiamo un taglio o un’acconciatura che sentiamo più nostra, o che semplicemente siamo soliti portare… rasarli vorrebbe anche un po’ dire rinunciare a tutto questo. Rinunciare all’identità, all’identità che si nutre dell’estetica dell’apparenza. Vorrebbe dire lasciare il proprio volto, se vogliamo, nudo, così com’è. Non lo so, io ci trovo qualcosa che vada ben al di là di un semplice taglio di capelli. Dimmi se sto delirando eh.”
“No, no, no, anzi. Lo trovo super interessante. La prima immagine che mi è venuta in mente è quella del leone con la sua criniera. È il re della savana no? E cos’ha che in più che gli altri animali non hanno? I capelli. Una folta criniera attorno alla testa a cui forse, chissà quanto inconsciamente, abbiamo attribuito un ruolo, guarda caso di potere.”
“Ruolo sì! Ecco i capelli definiscono un ruolo. E non mi riferisco ad un ruolo all’interno della società. No, anzi, un ruolo di noi verso noi stessi: il ruolo con il quale ci identifichiamo, che poi di riflesso, non può non ripercuotersi oltre di noi, al di là di noi, e quindi dove esistono anche gli altri.”
“Wow! Lo trovo super interessante! Le immagini si sovrappongono, e mi vengono in mente l’aureola nel mondo cattolico e la corona in quello politico. Tutti ruoli, ed io non riesco a non aggiungerci “di potere”, che vengono definiti a partire dalla testa.”
“E pensa al copricapo indiano. Pensa anche solo alla parola capo-testa e capo-ruolo.”

E saremmo andati avanti, e ancora. Fino a quando il Fanfulla non ci si sarebbe materializzato davanti. E allora un po’ di techno, con gente vestita male, gente vestita bene, gente vestita da soldato americano, o gente con in testa capelli, cappelli, e non.

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