“Come la Patagonia!”
Mi giro ma mi ha già sorpassato.
Un ciclista, un altro. Lui è senza borse. È sardo e vive alle porte di Cagliari.
“Cosa?”, rispondo mostrando tutta la mia sorpresa.
“Questo vento! Sembra di essere in Patagonia!”
“Lei c’è stato in bici?”, intraprendo questa bizzarra conversazione tra due urlatori che sfidano un Maestrale incazzato chissà poi perché.
“Sì. Ne ho fatti molti di viaggi in bicicletta.”, e intanto per stargli dietro e tentare di carpire più parole possibili, altrimenti rubate dal vento, osservo il ritmo delle mie gambe sui pedali aumentare.
Ci s’ha sempre più forze di quanto si crede.
FLASHBACK
Event wise.
Corso di Personal Development in Olanda.
Ottobre – Novembre 2021
“Alzatevi”, il trainer a noi corsisti. “Quanti saltelli su una gamba sola pensate di fare in un minuto? Pensateci. Ora ricordatevi quel numero e al mio via tenetevi pronti a saltare. Pronti. Via!”
Esito: pensavo 70-80 saltelli.
Risultato: oltre 100.
FINE FLASHBACK
Una spontanea chiacchierata a bordo strada
“E dov’è stato?”, domando curioso, deciso a prolungare la conversazione il più possibile visto il rapporto inversamente proporzionale: maggiore è la distrazione, minore è la fatica.
“Patagonia, Himalaya, Giordania… l’ultimo è stato un tratto della Via Francigena.”
“Oh, wow. La Giordania! Chissà che posto!”
Giordania, sì! Perché non volevo neanche pensarci alle salite di Patagonia e Himalaya in bicicletta! Inconscio meccanismo di autodifesa, funzioni alla grande!
“Bellissimo, davvero! E tu? Cosa fai?”, aveva riposto l’attenzione su di me quel non più giovane signore.
“Io sto facendo il giro della Sardegna: da Olbia a Olbia.”
“Ti divertirai! Meno male che ci sono ancora ragazzi che viaggiano montando su una bici.”
Questa frase l’avevo già sentita diverse volte.
Chissà cosa significa.
Chissà perché sempre preceduta da quel “meno male”…
Intanto continuiamo a pedalare, uno di fianco all’altro, per un paio di chilometri.
Pedaliamo e parliamo.
Perché il silenzio è bello, d’accordo, ma anche una spontanea chiacchierata a bordo strada ha il suo fascino.
“Quanto dura il Maestrale?”, solo dopo tante parole mi ero ricordato del vento.
“Dicono duri sempre giorni dispari.”
“Ah, domani è il terzo!”, convinto che finalmente sarei potuto tornare a pedalare senza imprecazioni.
“E se non sarà domani, sarà mercoledì, o venerdì…”.
Non proprio quello che volevo sentirmi dire.
“E come mai dispari?”, non mi lascio persuadere dalle illusioni.
“E chi lo sa… sai, l’uomo ha sempre bisogno di capire tutto. Così prova anche ad inscatolare il vento.”
Il silenzio è bello, d’accordo, ma anche una spontanea chiacchierata a bordo strada ha il suo fascino.
“Io giro qua, abito poco più avanti.”, si interrompe lui, “tu, mi raccomando, per il Poetto alla rotondona tieniti a sinistra!”
“Lo farò! Grazie!”
“Buon viaggio!”
“Buon viaggio!”
E proseguo, motivato dai pochi chilometri di strada che mi separavano dal capoluogo sardo. La costa est dell’isola era ormai cosa passata. Le pinete, le poche pochissime docce, i pasti sulla strada, il sale sulla pelle e il sudore negli occhi… tutto ciò che prima era novità, stava diventando ritmo. Avevo praticamente raggiunto Cagliari e neanche me ne ero accorto. Finalmente mi sarei concesso una giornata di riposo, forse nel posto meno azzeccato per riposarsi, ma io sono molto bravo a commettere errori: così sagra del pesce e notti bagnate dall’alcool. Che tanto il conto l’avrei pagato due giorni dopo, di nuovo in sella alla mia bicicletta, di nuovo col vento contro, ché l’uomo non si sbaglia: il Maestrale tira sempre giorni dispari. 5 quella volta.