“Non esiste nessun cammino. Esiste solo camminare.”
Quando Frenco me l’ha detto ho subito pensato: “Cazzo, questa me la devo ricordare. Potrebbe tornarmi utile per un articolo…”
Non mentivo. Per una volta.
Che poi quella frase neanche era sua, ma di suo zio, quel mattoscriteriatodelloziodiFrenco, che da un posto che poteva essere Cuba o Messina, una sera l’aveva chiamato per recitargli tale aforisma, convinto che chissà, dal telefono alla memoria, dalla memoria alla bocca, dalla bocca a delle orecchie, sarebbe poi passato dalle dita fin sulle lettere pigiate di una tastiera ed infine qua, su questo ricettacolo di pezzi di ricordi.
Fly down man. Dubito che quel mattoscriteriatodelloziodiFrenco si sia spinto a tanto.
Matto sì, ma non così arrivista.
L’istinto a lei dato che la porti
E se pure Instagram (il social, quello con la macchinetta fotografica stilizzata dai mille mila colori queer) quella stessa mattina mi schiaffa Fabio Volo che decanta, pare a memoria, dei versi del Dante nazionale, allora forse quello era un giorno da prendere sul serio.
O da prendere leggero, tanto ormai tutto era già stato fatto. Bisognava solo aspettare, dare fiducia a chi di endecasillabi ne aveva scritti assai, e belli veri che se non ve li siete letti date retta a uno che ne ha letti veramente pochi: buttategliela una sbirciatina, magari mentre siete al cesso, così per sconsacrare la Divina e consacrare la Dannata.
E poi dare fiducia a quello zio, che alcune storie le sapevo, alcune fotografie le avevo viste, alcuni racconti avevo ascoltato con illegittima adulazione, ma che all’improvviso quella sera se n’era uscito, attraverso il corpo e le vesti di Frenco, con una caramella giusto giusto da scartare.
Eccolo il sommo. Che come te lo faccio a spiegare? Io ci provo, ma tu, ascoltami come se fossi quel mattoscriteriatodelloziodiFrenco, tu leggili ad alta voce.
e cominciò: “Le cose tutte quante
hanno ordine tra loro, e questo è forma
che l’universo a Dio fa simigliante.Qui veggion l’alte creature l’orma
de l’etterno valore, il qual è fine
al quale è fatta la toccata norma.Ne l’ordine ch’io dico sono accline
tutte nature, per diverse sorti,
più al principio loro e men vicine;onde si muovono a diversi porti
La Divina Commedia, Paradiso, Canto |, vv 103-114, Dante Alighieri
per lo gran mar de l’essere, e ciascuna
con istinto a lei dato che la porti.
Che se c’è un ordine, e c’è perché esiste Dio, o qualsiasi altra forma ti compiaccia, allora tale ordine è prova di virtù. E di nuovo virtù divina, come ciascuna forma altra forma di bene a cui ciascuno è libero di rifarsi. E tutte le nature da quell’ordine ricevono la propria inclinazione, così che ciascuna si muove, e naviga, e naufraga di mare in porto e di porto in mare. Ciascuna seguendo l’istinto a lei dato che la porti.
Dove vai Jacopo? Ancora che te lo chiedi?
Nessun cammino. Esiste solo camminare.
Sì ma in quale direzione?
Se tu segui tua stella,
La Divina Commedia, Inferno, Canto XV, vv 55-56, Dante Alighieri
non puoi fallire a glorioso porto