INTRO MANCANTE

da | Lug 31, 2023 | Luglio 2023

Intro mancante

Panino alla mortadella

Mentre cammino per Bologna mi rendo conto che vivo la vita con la stessa strategia che adotto per mangiare un panino alla mortadella.

Cammino per ore, affacciandomi nei vari bar che incrocio sotto i portici. Osservo se il barista è giovane o anziano, se è italiano o no.

So che cerco un prodotto locale, legato visceralmente al territorio, e che sia sé stesso al di là, anzi al di sopra, del flusso dei turisti.

Vorrei poi che, dentro al locale, ci fosse del noce, che le luci siano calde e i clienti vecchi e panciuti.

Mentre scruto le vetrine, ne scarto uno dopo l’altro: troppo moderno, troppo turistico, personale troppo giovane, arredamento futuristico e plasticoso, menù tradotto in inglese, pecorino romano tra le proposte…

Cammino ancora: in una gastronomia a conduzione familiare vedo che vendono anche meloni… non posso accettarlo.

Proseguo: il rumore delle macchine e degli autobus mi disturba. Aggiungo così un altro fattore alla descrizione del posto: locale, tradizionale e in una via silenziosa.

Che pretenzioso che sei Jacopo“, penso, e intanto mi rendo conto che sono sempre più affamato e i negozi iniziano a farsi sempre più radi. “Ecco, ci risiamo, proprio come nella vita: non sai scegliere. Vuoi tutto: il silenzio e la gente, la tradizione e i techno party, un panino con la mortadella e la certezza che sia il solo, vero e autentico panino con la mortadella.

Sono sempre più affamato, e sempre più stanco, e sempre più sconfortato.

Così finirai per prenderti ciò che rimane. Se sarà sempre il prossimo quello “giusto”, finirai col doverti accontentare di un trancio di pizza, perché le gastronomie intanto avranno chiuso e tu avrai iniziato a credere alla favola del tuo cervello che ti dice che in fondo hai un ottimo spirito di adattamento e che la pizza poi è anche buona.

Che il posto alla fine l’ho anche trovato: una bottega di prodotti locali gestita da una ragazzo di poche parole.

“Fammi la cosa più bolognese che hai!”
“Il panino con la mortadella.”, il ragazzo di poche parole.
“Metafora della mia esistenza.”, questo lo penso, ma non lo dico.
“Sei di passaggio qui a Bologna?”
“Come dovunque…”

Mi siedo sui gradini del marciapiede e ascolto le macchine passare.

Un po’ ripenso ai chilometri percorsi sotto ai portici. Un po’ mi distraggo al telefono: non sono perfetto, eppure credo che esistano panini alla mortadella che lo siano.

Ho poi ripreso a camminare. “Chissà dov’è Afrodite?”, mi chiedo.

Le scrivo. A breve mi raggiungerà.

Mi fermo in un locale queer, con le bandiere arcobaleno, il banco dorato, le sedie di plastica, la voce di Lady Gaga in cassa e un caffè americano sul tavolo.

Viva il panino con la mortadella.
Viva la tradizione.
Viva l’ipocrisia, e i chilometri sotto i portici che servono a capire anche un po’ di questo.

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