“Perché non vai in bici?”, mi domanda l’ultimo dei tre bambini che mi sono visto sfrecciare di fianco all’improvviso.
“Sono stanco. È tutto il giorno che pedalo.”, io con un sorriso sorpreso mentre spingo la bicicletta su una delle numerose piccole ma ripide salite di Dorgali.
“Bhe, allora vai in discesa!”
“Ma poi devo risalire.”, rispondo col pilota automatico.
“Risali domani!”
A quel punto eravamo già troppo distanti. Niente diritto di replica.
Incasso tale semplicità come un pugno nello stomaco.
Grazie bambino fulminante.
Homeless Hopeless
Il secondo giorno di viaggio, Santa Lucia – Dorgali, è stato lungo e stancante. La strada, a lunghi tratti in salita, ha messo a dura prova le gambe che hanno risposto egregiamente, guidate da un’ottima testa.
Dorgali incuteva un po’ di timore, visti i racconti di Matteo: “se ti offrono da bere, accetta, ma avanzane sempre un po’”, mi aveva messo in allarme, “altrimenti continueranno a riempirti il bicchiere. Vogliono vedere quanto reggi, quanto sei uomo.”
Hai capito i Dorganesi?
Appena arrivo a Dorgali, i negozi di alimentari sono tutti chiusi. Capirai, arrivo sempre intorno alle 13:00. Così chiedo a dei signori seduti in un bar dov’è il supermercato più vicino.
“Siediti e prenditi qualcosa”, la loro risposta.
Non ci credo. La profezia di Matteo. Non posso rifiutare, altrimenti si offendono. E poi sono stanco, mi offenderei da solo.
“Un birrino bello fresco dai.”
Parliamo: di dove sei? Che fai? Quanti anni hai?
Cazzo, intanto hi finito il birrino.
In un istante ordinano un secondo giro: funziona proprio come dice Matteo allora.
Fingo sicurezza. Deve aver funzionato: si alzano per andare a lavorare.
Chiedo al cameriere quanto devo: “tutto offerto dai quei signori. E poi, in ogni caso, non avresti pagato qui.”
Altro schiaffo ai danni di qualsiasi pregiudizio.
Trascorro il pomeriggio al parcheggio del CRAI, mangiando con dei francesi che mi servono l’assist per un cocomero: non avrei mai potuto comprarlo e consumarlo da solo.
Poi inizio ad interrogarmi sulla notte: dove andrò a dormire?
Un ragazzo tunisino, conosciuto sulla strada, mi ha offerto uno sconto per una piazzola+doccia+elettricità nell’agriturismo dove lavora. 17€ per due alberi ai quali appendere un’amaca mi sembrano comunque tanti.
Mi muovo per Dorgali con la testa annebbiata dalla questione notte, mentre incontro di nuovo uno di quei signori che mi avevano offerto i birrini: “secondo lei, mi posso accampare nel bosco sulla strada che va a Baunei?”, domando.
“A monte forse trovi qualcosa, a valle solo strapiombo.”
Non demordo e la stessa domanda la rivolgo alla pasticcera dalla quale, poco dopo, ho fatto incetta di dolci tipici.
“Guarda lassù. Lo vedi?”, sgattaiola fuori dal bancone indicandomi una punta di verde dietro il tetto della casa di fronte, “Quello è il parco del Carmelo. Forse lì puoi trovare qualche albero.”
Niente, ancora sento di non avere la risposta giusta, così insisto e chiedo lo stesso al fruttivendolo dal quale ho preso due pomodori e una pesca per la cena.
“Oh no, è assolutamente vietato!”, e quasi mi sembra di averlo offeso, “devi andare a Cala Govone. Sono circa 6km, un po’ in salita.”
Passo.
Non so che fare. 17€ sono troppi, ma sono due giorni che non mi lavo e sulla pelle ho strati strati di sale e sudore. E poi, in un cantuccio della mia memoria rimbombano i racconti di Matteo sulla pericolosissima Dorgali.
Sono indeciso e lo paleso al mondo cambiando idea ogni attraversamento di strada.
Incontro, “per caso”, di nuovo il ragazzo tunisino della piazzola in agriturismo: “è un segnale!”, penso.
“Ho pensato che è troppo stancante per te venire fin là con la bici.”, esordisce lui.
“In che senso? Quanto dista?”
“Con la tua”, e abbassa lo sguardo puntando alla non-elettrica Baghera, “45 minuti.”
Non ci penso un istante. Sono cotto. È dalle 6:30 di stamattina che pedalo e domani mi aspetta una TTT: Tosta Terza Tappa.
È deciso: vado nel bosco.
Ho paura.
Le parole del bambino mi fanno pensare che sto sbagliando.
Il sole è tramontato è finalmente posso piazzare l’amaca.
Mi addormenterò presto.
Mi sveglierò ancora più presto.
Buonanotte pineta.